Scrivo questo post mentre le urne sono ancora aperte, perché è importante che il ragionamento non sia inquinato dalle percentuali di voto che, da qui a poche ore, ci saranno rese note. Indipendentemente dai risultati, infatti, mi interessa sottolineare che oggi stiamo archiviando definitivamente l’ultimo ventennio. Un ventennio fatto di politica indifferente al destino della nazione, esclusivamente ripiegata su stessa, nella spasmodica ricerca di più potere, più denaro, più affari, e spesso, come tristemente noto dalle cronache, di più mal-affare. Un ventennio in cui alla popolazione è stata lasciata solo la possibilità di scivolare in maniera lenta e inarrestabile verso l’impoverimento e l’impotenza.
A partire dalle 3 di questo pomeriggio, sapremo con certezza che la storia si è rimessa in moto in questo paese. Un manipolo di cittadini comuni (sto parlando chiaramente del Movimento 5 Stelle) che hanno dedicato negli ultimi anni la loro passione e il loro tempo libero ad occuparsi dello spazio civico, farà il loro ingresso in Parlamento. Non ha veramente importanza quanti saranno: l’assoluta novità storica è che un gruppo di persone comuni, fortemente consapevoli della sovranità popolare, del diritto alla partecipazione e alla decisione dei cittadini italiani, sarà da oggi stabilmente incuneato nelle dinamiche parlamentari.
Da cittadini comuni, con le esigenze e i sogni delle persone comuni, potranno esercitare con facilità, e persino ovvietà, oserei dire, quella funzione di controllo così fondamentale per il corretto svolgersi dell’attività legislativa, smascherando e arginando ogni eventuale futuro tentativo di legiferare in direzione diversa dal bene comune. Privi di contiguità con i poteri economico-finanziari, potranno esercitare una reale azione propositiva nell’esclusiva direzione della nostra utilità.
Come doveva essere, come soltanto poteva essere utile al paese, il miracolo è stato -e sarà- totalmente culturale. Oltre a quanto già accaduto, infatti, e cioè che una parte di questo paese, così interiormente sconfitto, così anestetizzato, abbia trovato forza e determinazione per arrivare fin qui, la trasformazione culturale non potrà ora che continuare, ed essere esaltata, dal confronto diretto tra la vecchia classe politica, con i suoi meccanismi di compromesso, e questa nuova gente educata a vedere e denunciare il re nudo.
Quando saranno seduti gli uni al fianco degli altri, come potrà essere nascosto al paese che gli ultimi arrivati realizzeranno immediatamente i principi di democrazia e solidarietà che promuovono, riducendosi, per esempio, da subito lo stipendio del 75-80%, rendendo completamente pubbliche le loro operazioni sia economiche che politiche, o chiamando la cittadinanza a conoscere quanto accade all’interno delle istituzioni, e a esprimersi sulle decisioni che la riguardano (tutte cose già fatte in tutte le istituzioni pubbliche nelle quali sono entrati)? Come potrà la vecchia classe dirigente continuare a restare uguale a se stessa, sfuggendo il confronto con i comportamenti etici e solidali del Movimento? Come potrà evitare di dover dar conto delle proprie differenze?
La presenza in Parlamento di questa parte non potrà che agire come un diapason della democrazia, sul quale la politica tutta sarà costretta ad accordare i propri strumenti e comportamenti. Perciò non c’è alcun bisogno di conoscere le percentuali, comunque vada niente sarà più lo stesso, comunque vada è finita, grazie a Dio.